Manico
Il manico della Balestra di Avigliano è costituito da un corno di bufalo maschio con la punta piena. Poi si effettuano due scanalature, una dove si alloggerà la lame e l’altra dove prenderà posto la molla. Il manico, in seguito verrà provvisto di una testina o virola (in aviglianese varola), e alla punta provvisto di un puntale. Nella testina c’è il congegno che fa scattare ed incontrare la lama con la molla, da qui uno dei motivi il nome (balestra o valestra) appunto per la molla fissa ed elastica come un arco di una balestra.
La Molla
La molla oltre ad essere elastica, la testa è resa concava per facilitare lo sblocco della lama è particolare e funzionale. Faccio osservare che una volta aperto il coltello solo sbloccando la molla c’è possibilità di richiuderlo. (Significato dei tre scatti, prossimo aggiornamento). Inutile dire che ogni sua parte è lavorata a mano, battuta a martello e saldata a fuoco. A mano si incidono le decorazioni nel manico e ci si incastrano i fili di metallo: di solito in ottone anticamente, adesso di alpacca, argento, e alcuni anche in oro. Presenta anche una caratteristica lavorazione, che si trova nelle antiche sciabole, nei manici di vecchi revolvers e negli odierni, lussuosi calci di arma da fuoco, la cosiddetta zigrinatura romboidale.
La Lama
La lama, anche detta: lama a foglia di ulivo o fronna d’ulivo, è l’elemento più difficile e laborioso da effettuare. Occorre un ottimo acciaio, poi bisogna forgiarlo, molarlo e scanalarlo in tre punti (detto coltello a tre pianelle, la scannellatura centrale detta scolasangue o colasangue), e ancora poi bisogna temprarlo a fuoco, e ancora molarlo e rinvenirlo, è un lavoro molto lungo, e come diceva in una intervista uno dei maestri negli anni 60 non c’è denaro che possa pagarlo.
Un’altra peculiarità della balestra: che anche da chiusa ricorda la caratteristica foglia di ulivo.
Il puntale oltre ad essere un elemento costitutivo del coltello alcuni venivano utilizzati anche come pigia tabacco per le pipe, altri vi erano delle lettere incise al contrario o simboli come un timbro, questi venivano utilizzati specialmente per gli emigranti, il tasso analfabetismo era alto, questi si facevano scrivere e leggere le lettere da altre persone quindi per essere sicuri che quella corrispondenza proveniva o doveva essere recapitata alla propria moglie o marito o famiglia marchiavano la lettera con la cera e imprimevano il puntale con le iniziali. Colui o colei che riceveva la lettera riconosceva il timbro e la portava a chi sapeva leggere, se rispondeva stesso procedimento.
Le incisioni
Le incisioni sulla lama, da una parte un motivo floreale dall’altra una spiga di grano da sempre ritenuto simbolo di prosperità o palma dei martiri.